L’altopiano del Monte Poro, affacciato sugli splendidi paesaggi della Costa degli Dei, vanta peculiarità uniche nella zona quali sono i vasti prati verdeggianti utilizzati ancora oggi per il pascolo estensivo.
Incastonato in una magnifica posizione panoramica racchiusa tra le montagne e lo splendido mare calabrese, il Monte Poro rappresenta un piccolo mondo a sé che si differenzia, sia dal punto di vista ambientale sia a livello culturale, tanto dalle Serre Calabresi quanto dalla magnifica Costa degli Dei. Grazie all’altitudine non molto elevata – raggiunge i 700 metri sul livello del mare – ed al clima mite, l’altopiano ha sviluppato una ricca vegetazione caratterizzata dalla piacevole alternanza di pascoli verdeggianti, filari di pioppi, vigneti e oliveti. I caratteristici terrazzamenti che digradano lungo le sue pendici segnalano la presenza dell’uomo fino alle cime più alte, evidenziando il lavoro incessante svolto nel corso dei secoli per rendere le pendici abitabili e coltivabili. I numerosi insediamenti umani che si sono formati con il trascorrere del tempo hanno favorito lo sviluppo di svariate attività legate all’agricoltura e all’allevamento che si sono ormai trasformate in realtà ben consolidate che rappresentano un’importante fonte di sostentamento per la popolazione insieme al turismo rurale e all’agriturismo. Chi sceglie di visitare il Monte Poro, oltre a entrare in contatto con tradizioni e usanze di una cultura incredibilmente affascinante rimasta immutata con il succedersi delle generazioni, ha anche l’occasione di scoprire un ambiente unico e incontaminato.
Nell’area compresa tra la zona di Tropea e quella di Vibo Valentia non mancano peraltro testimonianze della presenza delle antiche popolazioni che vi abitarono. Sono stati rinvenuti, infatti, antichi insediamenti risalenti al Paleolitico, al Neolitico e al Protostorico.
Una terra così vocata all’attività agricola e all’allevamento non può che donare al palato dei propri visitatori delle vere prelibatezze tutte naturali che spaziano dal grano duro al mais, dai ceci ai legumi fino ai formaggi sfiziosi, senza dimenticare di passare per Spilinga dove si può assaporare la vera Nduja calabrese.
Sono le essenze dell’altopiano a rendere il latte degli allevamenti locali così speciale. Ed è proprio dal latte delle pecore che pascolano sui verdi pascoli che ricoprono le pendici del massiccio, dove ancora oggi si pratica il pascolo estensivo, che si ricava l’ottimo Pecorino, da molti considerato il migliore dell’Italia meridionale. Le tecniche di lavorazione e stagionatura tradizionali e la conseguente genuinità del formaggio ottenuto sono il punto di forza di questa eccellenza locale che si differenzia da altri prodotti caseari simili per alcune accortezze adottate durante il processo di preparazione. In base alla durata del periodo di stagionatura se ne ottengono due varianti. Quella fresca, caratterizzata da una crosta sottile e di colore giallo che racchiude una pasta morbida e compatta, si distingue per il sapore dolce e fresco; quella stagionata, invece, dalla crosta dura e rugosa di colore giallo-rossiccio e dalla pasta molto consistente e compatta, vanta un sapore intensamente aromatico e gradevolmente piccante.
fonte: lastampa.it